Concentrarsi su un "approccio basato sulla persona": una persona in possesso di un certificato COVID digitale dell'UE valido non dovrebbe, in linea di principio, essere soggetta a restrizioni aggiuntive, come test o quarantena, indipendentemente dal luogo di partenza nell'UE. Coloro che non possiedono un certificato COVID digitale UE potrebbero essere tenuti a sottoporsi a un test condotto prima o dopo l'arrivo.
Periodo di accettazione standard per i certificati di vaccinazione: per evitare approcci divergenti e dirompenti, la Commissione propone un periodo di accettazione standard di nove mesi per i certificati di vaccinazione rilasciati dopo il completamento del programma di vaccinazione primaria. Ciò significa che, nel contesto del viaggio, gli Stati membri non dovrebbero rifiutare un certificato di vaccinazione rilasciato entro nove mesi dall'ultima dose del programma di vaccinazione primaria.
Dose di richiamo: Ad oggi, non ci sono studi che affrontino espressamente l'efficacia delle dosi di richiamo nella trasmissione di COVID-19 e, pertanto, non è possibile determinare un periodo di accettazione per le dosi di richiamo. Tuttavia, dati i nuovi dati, è prevedibile che la protezione derivata dalle vaccinazioni di richiamo possa durare più a lungo di quella derivata dal programma di vaccinazione primaria. La Commissione seguirà da vicino le nuove prove scientifiche che emergono al riguardo. Sulla base di tali evidenze, la Commissione può, se necessario, proporre un adeguato periodo di accettazione anche per i certificati di vaccinazione rilasciati dopo una dose di richiamo.
Il certificato COVID digitale dell'UE è un simbolo di ciò che l'Europa rappresenta. Di un'Europa che non vacilla quando viene messa alla prova.
Ursula von der Leyen
La Commissione ha inoltre proposto un quadro aggiornato per i viaggi al di fuori dell'UE, con priorità per i viaggiatori vaccinati e garanzie rigorose.
Oltre ad aprire le porte alle persone immunizzate con vaccini approvati dall'UE, come avviene attualmente, gli Stati membri devono ammettere sistematicamente le persone che hanno ricevuto vaccini per i quali il processo di inserimento nell'elenco è stato completato per l'uso nelle emergenze dell'OMS. Come salvaguardia di base, sarà sempre richiesto un certificato PCR negativo a tutti i viaggiatori immunizzati con un vaccino approvato dall'OMS ma non dall'Agenzia europea per i medicinali e ai viaggiatori guariti dalla malattia. Tra le altre novità, viene introdotto un periodo di nove mesi dopo il calendario delle vaccinazioni primarie per l'accettazione dei certificati di vaccinazione. Saranno inoltre accettati certificati di vaccinazione rilasciati dopo una dose aggiuntiva (di richiamo).
Gli Stati membri devono accettare certificati di vaccinazione e guarigione non rilasciati dall'UE che siano considerati equivalenti al certificato COVID digitale dell'UE.
Le proposte della Commissione saranno ora discusse dagli Stati membri dell'Unione, che decideranno sulla versione finale delle Raccomandazioni. La Commissione propone che le nuove norme diventino applicabili a partire dal 10 gennaio 2022.